OBESITA’: uno stato emozionale che intrappola le energie corporee

Si definisce obeso una persona con un aumento del peso ideale superiore al 20%.

Tale aumento generalmente avviene: a) per eccessiva introduzione di calorie cioè troppi zuccheri, grassi, bevande alcoliche; b) per la riduzione del consumo energetico, per gli ambienti troppo riscaldati e per i lavori meno pesanti.

A queste alterazioni vi contribuiscono anche le condizioni genetiche (si ritiene che i fattori ereditari possano essere importanti), le disfunzioni ormonali (come ipotiroidismo, ma tali squilibri sono più una conseguenza dell’obesità che una causa) e le condizioni della psiche del soggetto.

Per questa ultima condizione vale la pena porre una maggiore attenzione perché ritengo che un disturbo comportamentale sia un vero e proprio tarlo oscuro che rovina la mente e il fisico.

Le forme psicogene di obesità sono, molto spesso, conseguenza di un tentativo a compensare uno stato di noia, infelicità, depressione che si verifica anche nei bambini e negli adolescenti, non solo, ma anche come risposta ad uno shock affettivo o ad una prolungata tensione emotiva che si può verificare a qualsiasi età. Di conseguenza il cibo assume una richiesta di attenzione per ricevere protezione, amore e considerazione. Questa comunicazione si traduce molto spesso in forme nevrotiche quali voracità, appetito smodato, golosità.

L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per la salute di un individuo e le stime derivanti dall’indagine statistica mostrano che il tasso di obesità purtroppo è in continuo aumento ed è stato riscontrato che anche nell’età infantile è notevolmente presente.

In molti casi l’aspetto della familiarità, come detto, è importante però è altrettanto molto importante ricordare che i bambini ipernutriti, soprattutto nei primi anni di vita, sviluppano la tendenza al sovrappeso perché il loro organismo moltiplica la formazione di cellule adipose rispetto a quei soggetti che si nutrono in modo equilibrato e questa modalità rischia di stabilizzarsi per tutta la vita.

Inoltre chi soffre di questa patologia propende alla sedentarietà e questo stato, a livello psicosomatico, simboleggia una staticità esistenziale.

In conclusione è certamente indispensabile, oltre che sistemare le cause organiche, metaboliche e dietetiche, rivolgere l’attenzione verso un’adeguata attività fisica, e in particolare fare in modo di sviluppare la realizzazione di se stessi per non incontrare la propria tristezza, paura e rancore così che il cibo non sia più il tappabuchi della situazione!

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Alcuni consigli utili per supportare il cambiamento delle abitudini dannose possono essere:

  • tra i fiori di Bach “Centaury” per uno stato in cui si è incapaci di dire di no, di arrendevolezza, di trascuratezza di se stessi, “Impatiens” per uno stato mentale di tensione, “Walnut” per la difficoltà del cambiamento, “Wild Rose” per uno stato di vuoto interiore e scarsa energia vitale.
  • Dormire più di sei ore.
  • Iniziare il nuovo giorno cantando sotto la doccia. Cantare porta il buonumore nel nostro organismo, sollecita il rilascio di endorfine che contribuiscono ad alleviare lo stress, provoca un senso liberatorio perché consente di esprimere gli stati d’animo e aiuta a buttare fuori i “bocconi” non digeriti.

Giulia Zeroni

Consulente del Ben*Essere su misura – giornalista pubblicista

(articolo pubblicato sul quotidiano “Mondoliberonline.it”, non più attivo)