LE UOVA DI BOSCO

L’ovulo (Amanita Caesarea) è un organismo vegetale detto anche ovolo buono, coccolo, cucu o borletto reale.

Gli ovuli, al momento della loro formazione, sono avvolti da una membrana bianca che li fa assomigliare per questo ad un uovo. Via via che crescono spuntano dei cappelli arancio, sotto sono protetti da lamelle gialle, fittissime e fragilissime. Il gambo si presenta giallo e sodo. E’ un fungo molto inconsueto che possiamo trovare nei boschi di querce e castagni. Va raccolto solo quando è aperto, per il fatto che se è chiuso si potrebbe confondere con altri ovuli velenosi (Amanita Muscaria, Amanita Phalloides).

Le proprietà organolettiche sono rappresentate dal profumo delicato, dal sapore morbido, elegante, gradevole. Certe caratteristiche lo rendono un fungo molto pregiato da consumarsi preferibilmente crudo, semplicemente con olio extravergine di oliva, qualche goccia di limone e pepe macinato al momento. Gli antichi Romani, considerandolo una prelibatezza, lo definirono “Cibo degli dei”. Nei funghi sono presenti dei Sali minerali (ferro, rame, potassio), che essi assorbono dal terreno, da qui l’importanza che vengano raccolti in zone non inquinate e radioattive

Devo dire che scoprire questa ghiottoneria nei loro nascondigli naturali è davvero un’avventura piena di sorprese emozionanti, tipo queste uova deposte e abbandonate nel sottobosco. Ma andar per funghi significa conoscerli alla perfezione e nel dubbio, prima di consumarli, vanno fatti controllare dai micologi che sono dei veri esperti in materia.

Gli amici sono come i funghi: ci sono quelli buoni, quelli cattivi e quelli velenosi; ci ricorda questa celebre frase.

E’ opportuno diffidare delle numerose quanto non attendibili convinzioni popolari, infatti non è vero che i funghi velenosi si distinguono dagli altri perché hanno un aspetto sgradevole e cambiano colore al taglio. E’ falso ritenere buoni quelli tarlati o mangiucchiati da insetti, lumache o selvaggina. Ed è inesatto ritenere che essi rivelino la loro tossicità per l’annerimento dello spicchio d’aglio nella cottura o che la perdano, addirittura, con la cottura. Inoltre è molto audace considerare innocui detti vegetali se non hanno provocato disturbi entro qualche ora dal pasto, poiché nel caso dell’Amanita Phalloides i primi sintomi di avvelenamento compaiono tra le sei e le quarantottore dopo averli ingeriti.

Vale la pena tener presente che a livello europeo si verificano dai 200 ai 300 decessi l’anno, dovuti all’ingestione di funghi velenosi e diecimila risultano le intossicazioni.

Supposto che essendo un cibo raro e prelibato il prezzo al kilo è alto, però per una volta pensiamo a quello che ha detto un economista statunitense, Gary BecKer: “A un naturista al cospetto del paradiso il Signore dirà: non sei stato come un cieco in una pinacoteca, sei passato attraverso la vita, vedendo qualcosa”. O meglio, assaporando qualcosa!

Giulia Zeroni

Consulente del Ben*Essere su misura – giornalista pubblicista

(articolo pubblicato sul quotidiano “Mondoliberonline.it”, non più attivo)