E’ ANCORA TEMPO DI NESPOLE

La pianta da frutto del nespolo appartiene a quelle cultivar più rare. La specie in questione è il nespolo così detto del Giappone (Eriobotrya japonica), arrivato in Europa intorno al 1700, di origine cino-giapponese coltivata nel bacino del Mediterraneo.

Uno dei primi esemplari fu piantato nel giardino Botanico di Parigi intorno al 1784, qualche anno più tardi alcuni esemplari sono pervenuti a Londra e poi raggiunsero i paesi mediterranei, soprattutto la Spagna. Oggi la città di Valencia è leader nella produzione di nespole. In Italia l’albero di nespolo arrivò nel 1812 e fu piantato nell’Orto Botanico di Napoli esclusivamente come pianta ornamentale. Oggi la produzione è concentrata nella provincia di Palermo e un poco un Calabria.

E’ un albero che fiorisce quando la Natura riposa e cioè in inverno. I grappoli di piccoli fiori che si formano hanno un gradevolissimo profumo che piace tanto anche alle api. Infatti in Sicilia si produce un raro, nonché ottimo prodotto di nicchia: il miele, con una sua fragranza che non ha eguali.

I frutti hanno una polpa agro-dolce, profumata e molto rinfrescante sono un’ottima fonte di potassio, oltre che magnesio, calcio, vitamina A e caroteni. Le nespole sono astringenti se non hanno raggiunto una completa maturazione, perciò un efficace rimedio contro la diarrea. Sono diuretiche e altresì per il contenuto di fibre hanno un effetto saziante quindi utili per chi segue una dieta e comunque 100 g di nespole contengono solo 28 kcal.

Questo frutto è anche consigliato per i soggetti che necessitano di un apporto minerale in conseguenza a perdita di liquidi come chi fa molta attività fisica, chi ha una sudorazione eccessiva in estate, per le donne in menopausa che presentano le “caldane”, anziani, bambini in crescita, convalescenti, a condizione che non siano presenti patologie renali, del fegato o del pancreas.

Un tempo le proprietà delle nespole venivano utilizzate nelle erboristerie dei monasteri e delle abazie per la produzione di elisir e tonificanti.

I frutti si consumano al naturale, in macedonia, ma possono essere utilizzati anche per la preparazione di confetture.

Giulia Zeroni

Consulente del Ben*Essere su misura – giornalista pubblicista

(articolo pubblicato sul quotidiano “Mondoliberonline.it”, non più attivo)